Premio di Rappresentanza
MEDAGLIA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Con il patrocinio
organizza
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La crisi del capitalismo e la crisi ambientale sono due facce di una stessa medaglia. La crisi ambientale deriva dal generale rapporto di predazione e spoliazione delle risorse naturali, caratteristico del modo capitalistico di produzione e consumo; devastante, quale si è mostrato nella sua non lontana fase “iperliberista”, superata dall’intervento pubblico per affrontare il flagello del Covid.
I danni sociali della crisi economica sono drammaticamente evidenti, mentre le altrettanto drammatiche conseguenze della crisi ambientale faticano a divenire consapevolezza comune dei singoli come dell’intera comunità umana. Diventa allora necessario valutare i dati globali di questa crisi per superare il ritardo che registriamo per la più grande minaccia di questo secolo: i cambiamenti climatici, o meglio, l’avvenuto passaggio all’instabilità climatica, perdurante nei prossimi decenni e che, pertanto, non potrà più essere considerata come un’emergenza. È il conto alla rovescia delle capacità di supportare la vita sul Pianeta da parte dei sistemi che regolano l’economia della natura dalla quale dipendiamo, in quanto Oïkos è sempre meno in grado di supportare Bios.
Già il “libro bianco” prodotto nel 1993 da Jacques Delors, allora presidente della Commissione Europea, propose nuovi temi e le indicazioni per un nuovo modello, che nel progressivo affermarsi della green economy fornisce oggi una straordinaria opportunità, una risposta alla richiesta di “razionalità globale”: la riconversione ecologica dell’economia e della società. Contro questa imprescindibile necessità si è aggiunta nell’ultimo anno la scellerata invasione dell’Ucraina, che ci sottolinea drammaticamente come la Seconda guerra mondiale non sia mai finita. Ancora duecento conflitti, dei quali abbiamo, e non sempre, solo una marginane contezza, sono aperti in Africa, Asia e Sud America. Laceranti conflitti, feroci persecuzioni, che insieme all’imperversare dei cambiamenti climatici, siccità in testa, spingono milioni di disperati lontani dalle loro case, dai loro Paesi. Fino alle tragedie dei barconi. Al di là dei drammi e dei lutti, assistiamo, poi, allo sconvolgimento del quadro geopolitico globale, che si presenta in modo nuovo e diverso rispetto a quello di soli pochi anni fa. In questo quadro, solo l’utopia del possibile può consentire di aspirare a una riconversione ecologica pacifica, giusta e solidale, che accompagni le trasformazioni economiche e sociali verso forme più “dematerializzate” di produzione, necessarie per far fronte al cambiamento climatico, verso una più auspicabile libertà individuale e, al contempo, verso una maggior coesione sociale? E la gestione dell’energia, fondamentale fonte primaria di ogni economia e di ogni società, si potrà affermare in forme più diffuse e decentrate sul territorio e più direttamente accessibili ai cittadini, visto che l’energia – controllo dei suoi prezzi e dei suoi flussi, in mano a poteri statali e super statali – è stato un tema concorrente quando non direttamente una causa dei più gravi conflitti dal Secondo dopoguerra?
L’auspicio per noi è che alcuni elementi di risposta, sul piano locale, e alcune idee forza, sul piano globale, possano essere espressi da questo Convegno e fornire, per quel che possiamo, un contributo al “predicament of mankind”.
Come già si proponeva, proprio cinque decadi fa, la ricerca “The limits to growth”.
. Alfredo Agustoni, Alfredo Alietti, Aurelio Angelini, Gennaro Avallone, Marco Castrignanò, Enrico Ercole, Alfredo Mela , Giorgio Osti, Luigi Pellizzoni, Lauro Struffi, Anna Maria Zaccaria
. Giada Cascino, Mariaclaudia Cusumano, Caterina De Benedictis,
Marco Ingrassia, Valentina Moncada
. Informazioni: sociologia.ambiente2023@gmail.com.
Invio abstracts: sociologia.ambiente2023.abs@gmail.com